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Quarta Tappa: Lebanon, Tennessee - Manasses, Virginia - 610 miglia, 10.5 ore

Oggi e' stata una dura giornata. Per raggiungere il confine est del Tennessee si devono passare varie colline, indicate dai cartelli stradali come "watershed". Fortunatamente il traffico non e' intenso, anche se c'e' una pioggerellina che disturba parecchio. Passato Knoxville, lascio la Interstate 40 che abbiamo usato sin dal suo inizio in California, e devio verso nord, sulla Interstate 81. Sfortunatamente il tempo, che finora era rimasto ragionevolmente asciutto malgrado la copertura del cielo, volge decisamente al bagnato. Dopo poco, il traffico sulla I-81 diventa particolarmente intenso, con molti camion che rallentano notevolmente la scorrevolezza, visto che devono salire e scendere dai vari passi senza poter mantenere una velocita' costante, il che richiede tutta la mia concentrazione alla guida. Dopo poco raggiungo il confine con la Virginia.

Virginia Border

Sorprendentemente in tutto il viaggio dalla California sino a qui ed oltre non ho incontrato un singolo incidente stradale! Quando ci penso, rimango ancora sbalordito: guidare 4700 chilometri, sorpassare centinaia di autoarticolati che trasportano tonnellate di merci, e non un singolo incidente dimostrano la generale buona condizione delle strade e la perizia dei guidatori. La I-81 prosegue lungo il confine tra Virgina e West Virginia, costeggiando le Blue Ridge Mountains e il parco Nazionale di Shenandoah. La I-81 prosegue a bassa quota, superando innumerevoli passi, mentre la piu' scenica Blue Ridge Parkway attraversa il parco e la Foresta Nazionale di Blue Ridge, che costituiscono la maggiore attrattiva naturalistica della regione.

Tra il traffico e le continue curve e salite e discese, la guida e' abbastanza impegnativa e faticosa. Sebbene non appaia, la guida sulla I-81 continua per gran parte della giornata, fino a raggiungere quando e' gia' scuro la I-66 che piega nuovamente verso est per raggiungere Washington, DC. La I-66 non sembra essere molto trafficata, per cui mi posso finalmente rilassare un po'. Arrivo a una trentina di chilometri da Washington, DC, e decido di fermarmi per la notte (siamo ora nel fuso orario Eastern Time, 3 ore avanti alla California). Sfortunatamente tutti i motel sembrano essere piuttosto costosi. Chiedo ad un Super 8, che mi spara un 85 dollari per una camera. Poco piu' oltre provo ad un Quality Inn, dove mi chiedono 75 dollari. Dalla finestra si vede un'insegna di un Red Roof che offre camere da 59 dollari. Quando lo faccio presente, il manager acconsente a darmi una camera per 63 dollari piu' tasse. Sono stanco e non ho voglia di spostarmi ancora, per cui la prendo. Leggo le mail, pianifico la mia visita alla National Mall il giorno seguente, e vado a dormire.

Ultima Tappa: Manasses, Virginia - Washington, DC - Edison, New Jersey - 320 miglia, 6.2 ore

Il giorno successivo e' un lunedi. Mettersi sull'autostrada alle 8 di mattina significa essere in mezzo al traffico all'ora di punta. Sarebbe stato meglio se fossi partito molto prima, perche' passo piu' di un'ora a bassissima velocita' finche' raggiungo la "Beltway", cioe' la Interstate 495, la tangenziale che circonda la Capitale e collega tutte le citta' circostanti dove sono dislocate le varie agenzie governative: il Pentagono, il Bethesda Medical Center, il Centro di Ricerca Goddard della NASA ecc. Il traffico e' semplicemente incredibile fino a oltre la I-495. La I-66 prosegue oltre il fiume Potomac, dove inizia ufficialmente il Distretto della Columbia, e la Capitale degli Stati Uniti, Washington. Giro su Ohio Avenue, costeggio per un po' il Potomac, fino a trovare un parcheggio e mi fermo per la giornata. Sono ora nella National Mall, un'area gestita dal Servizio dei Parchi Nazionali, dove si possono visitare vari monumenti storici e musei. I parcheggi, dove disponibili, sono generalmente gratuiti con un limite di 3 ore. Parcheggio, prendo la mia video camera e il treppiede, e mi avvio a visitare la Mall. Fortuna che ho una giacca pesante, un cappellino e una sciarpa, perche' il tempo e' decisamente brutto. Pesanti nubi e una pioggerellina che diventa quasi gelata quando soffia il vento. E' una lotta continua mantenere la lente della videocamera pulita dalle goccerelline di pioggia. Ad ogni monumento si puo' ritirare una brochure che descrive il significato del sito. Passo attraverso il World War 2 Memorial, un doppio anfiteatro dedicato alle vittime della seconda guerra mondiale, con iscrizioni di tutte le maggiori battaglie dei due fronti, dell'Atlantico e del Pacifico. Quindi cammino verso il Washington Memorial, un alto obelisco che si erge tra il Capitol Building (il Campidoglio) e il Lincoln Memorial.

Washington Memorial

Si puo' andare sino in cima all'obelisco, ma bisogna prenotarsi prendendo un biglietto gratuito e specificando quale orario si preferisce. Sono le 10:00, quindi prendo un biglietto per le 13:00, visto che devo muovere l'auto parcheggiata li vicino prima delle 12:30. Il biglietto e' gratis, come anche l'accesso a molte delle attrazioni gestite dal Servizio dei Parchi Nazionali nella Mall. Mi avvio quindi verso il Capitol, che e' il palazzo con la caratteristica cupola dove si riunisce il Congresso degli Stati Uniti. Lungo la lunga passeggiata si notano ai due lati dell'area coperta a prato i palazzi dello Smithsonian, una serie di musei dedicati a vari aspetti dell'esperienza Americana e umana.
Prendo varie fotografie del Capitol,

US Capitol

e quindi decido di entrare nel Giardino Botanico, che e' su un lato del Capitol, principalmente perche' fa cosi' freddo che mi devo riparare in un luogo al caldo. Anche l'accesso allo Smithsonian e' gratis. Il Giardino e' molto bello. Appena entrati si e' investiti da un numero di profumi di tutte le piante presenti nel Giardino. Oltre l'ingresso sono visibili varie specie di orchidee, e una serie di modellini riproducenti i palazzi presenti lungo la Mall: Capitol, il Castello, i memoriali a Washington e Lincoln, e naturalmente la Casa Bianca. Un'insegna spiega che ogni modellino e' costruito con trucioli di legno. Le altre stanze del Giardino sono dedicate a vari tipi di vegetazione da diverse zone climatiche, come foresta pluviale e deserto. Mi trovo particolarmente a mio agio tra la vegetazione delle zone desertiche che ho abbandonato solo 2 giorni prima. Non mi accorgo quasi del tempo che passa e devo correre a spostare l'auto prima del limite delle 12:30. Corro di fronte al museo della storia degli indiani d'America, al museo dell'aviazione e dello spazio, al Castello, e mi precipito verso il parcheggio. Sposto l'automobile appena in tempo e mi metto a cercare un altro parcheggio. Fortunatamente trovo un altro posto davanti al palazzo della Federal Reserve, non lontano dal Washington Memorial. Chiudo l'auto e arrivo appena in tempo per aggiungermi all'ultimo gruppo di persone del turno delle 13:00 che attende di entrare nel monumento. Prima dell'ingresso vero e proprio bisogna passare attraverso un controllo di sicurezza stile aeroporto, cioe' si deve passare tramite un metal detector e passare tutti gli aggeggi elettronici sotto ai raggi X. All'interno un amichevole ranger ci spiega la storia del monumento durante la salita dell'ascensore verso la cima. Una volta raggiunta la vetta si puo' ammirare Washington da 4 finestrelle posizionate verso i 4 punti cardinali: a nord la Casa Bianca, a est il Capitol Building, a sud il Jefferson Memorial, a ovest il Lincoln Memorial. All'interno si puo' vedere la cima dell'obelisco, da come le pietre sono inclinate. Lungo la discesa nell'ascensore il ranger spiega che vari blocchi di pietra sono stati forniti da alcuni stati; gli stemmi di tali stati sono visibili sulla parete interna dell'obelisco. Veniamo inoltre informati che l'obelisco e' costruito senza cemento o ganasce di metallo: si sostiene semplicemente tramite il peso dei pesanti blocchi di pietra che lo costituiscono.

Una volta usciti, mi incammino verso il Lincoln Memorial, una costruzione a forma di tempio greco al cui interno siede (letteralmente) una enorme statua del Presidente Lincoln che guarda con aria assorta lungo la Mall, verso est.

Lincoln Memorial

La statua e' impressionante, e c'e' un senso di stupore e reverenza nella folla. Tra il Lincoln Memorial e la Casa Bianca c'e' il Vietnam Memorial, una lunghissima lastra di marmo nero su cui sono incisi i nomi di centinaia di soldati morti nella guerra del Vietnam. Mentre cammino verso l'automobile vedo la carovana del Primo Ministro indiano (dell'India) che lascia uno dei palazzi del governo dopo che aveva incontrato il Presidente Obama. La strada e' bloccata dalla polizia per alcuni minuti. Finalmente posso rimettermi in macchina e mi dirigo verso la Casa Bianca. Purtroppo tutte le strade di accesso sono comprensibilmente bloccate, per cui riesco a vederla solo da una certa distanza. Mi dirigo nuovamente verso lo Smithsonian, dove riesco a parcheggiare a poca distanza dal museo dell'aeronautica e dello spazio, la mia prossima destinazione. Sono gia' le 16:00, e si sta facendo scuro, per cui non ha senso continuare a girare all'esterno se non si possono fare foto. Entro nel museo e sono stupefatto dal numero di pezzi esposti. Per uno come me che e' cresciuto durante l'era d'oro delle esplorazioni spaziali vedere da vicino la capsula delle missioni Gemini e Apollo ed il modulo lunare e' una forte emozione,

Lunar Lander

specialmente quando si guarda dentro le capsule e si capisce quanto poco spazio ci sia tra l'interno della capsula, con il suo ambiente adatto per la vita, ed il vuoto dello spazio all'esterno della capsula. Mi viene in mente la strofa della canzone "Ground Control to Major Tom" che dice "sitting in a tin can" (seduto in una scatoletta di latta). Si trattava in effetti di una scatola di latta con un uomo all'interno. Quegli astronauti avevano veramente del coraggio. L'area ovest e' dedicata agli aerei. Ci sono riproduzioni di varie plancie di comando di aerei, con una simulazione di atterraggio e decollo di un Airbus 320. Al limite della costruzione c'e' un'area con vari simulatori di volo nei quali si puo' entrare e sperimentare condizioni di volo estreme. Ci sono due tipi di attrazioni, un numero di simulatori veri e propri e una "cavalcata" aerea simulata in un paesaggio virtuale. Scelgo la cavalcata per 7 dollari (mentre i simulatori sono piu' costosi). Sfortunatamente e' una grossa delusione. I movimenti della cabina sono molto smorzati, e il video non e' nemmeno ad alta definizione. Decisamente non vale il prezzo del biglietto. L'ala est del complesso e' dedicata all'esplorazione spaziale. Sono in mostra vari tipi di razzi, sia della NASA che di altre agenzie spaziali come l'ESA. C'e' anche una riproduzione dello Skylab, e un modello gigante del telescopio Hubble.

Hubble Space Telescope

Non mi ero mai reso conto di quanto enormi siano queste strutture, specialmente se si confrontano con quanto piccole fossero le capsule Gemini e Apollo. Una sezione dell'ala e' dedicata ai telescopi, da riproduzioni dei telescopi di Galileo e di Herschel al piu' moderno radio telescopio COBE. Sfortunatamente la luce in quest'area del museo e' molto bassa, per cui non si possono apprezzare al meglio i dettagli dei vari strumenti (oltre che rendere difficile fare foto). All'improvviso sento l'annuncio che il museo chiudera' tra 15 minuti. Senza accorgermene e' passata piu' di un'ora. Rimango fino all'ultimo minuto esplorando le varie stanze rimanenti, e infine mi avvio verso l'auto per riprendere il viaggio verso la mia destinazione finale, Edison, in New Jersey. Appena 5 minuti dopo essermi messo in viaggio mi rendo conto di quale sia il traffico per uscire dalla capitale nell'ora di punta. La pace e tranquillita' di cui avevo goduto per tutto il giorno durante la mia visita al Mall viene sostituita dal caos creato dalla gente che lascia tutti i ministeri per raggiungere i sobborghi della capitale. Segui le direzioni del navigatore cercando di raggiungere Baltimora tramite la statale 295 e quindi l'Interstate 95, ma mi ci vogliono due ore buone per uscire da Washington, un viaggio di soli 16 chilometri.

Sebbene la velocita' aumenti leggermente man mano che mi avvicino a Baltimora, non raggiungo mai il limite di velocita'. L'idea di viaggiare a questo ritmo fino al New Jersey, su una delle autostrade piu' trafficate della nazione (tipo la Milano-Bologna, per intendersi) mi fa decidere di deviare verso nord verso Harrisburg, sull'Interstate 76. La I-76 ha delle sezioni a 65 mph e altre sezioni a 55 mph. Pensando di essere su una sezione a 65 mph, sorpasso un camion che arranca su una collina e un'auto della polizia, pensando di essere completamente nei limiti della legalita'. Dopo un po' pero' la pattuglia mi ferma, al che ho pensato che fosse perche' avevo superato i limiti di velocita'. Invece l'agente mi dice che avevo una lampadina dei fari anteriori bruciata. Fino a quel momento non me ne ero accorto, poiche' potevo comunque vedere chiaramente la strada. L'agente mi chiede anche cosa ci facessi in Pennsylvania con un'auto targata California, al che gli spiego che la sto portando al mio amico in New Jersey. Non sembra molto sorpreso quando gli dico che ho guidato dalla California fino a qui. :) Gli spiego anche altre stranezze, come il fatto che l'auto era registrata ancora in California, mentre l'assicurazione era sotto un'altro nome in New Jersey. Ripensandoci mi sembra strano che non mi abbia chiesto ulteriori spiegazioni, come per esempio di chiamare il mio amico al telefono, e mi abbia lasciato andare senza darmi una multa, anche se stavo dicendo l'assoluta verita'. Questo dimostra che la polizia non e' la' fuori per fregarti (eccetto forse in Arkansas :) ma sono li' per fornire un servizio ai viaggiatori.

Finalmente, dopo altri 2 leggeri ritardi dovuti a cantieri ad est di Harrisburg e vicino a Newark, arrivo alla mia destinazione dopo 4 giorni e mezzo e 5400 chilometri di viaggio.